Notizie vecchie(2): come perdersi (molte cose) in un bicchiere d’acqua

Posted on marzo 14, 2009. Filed under: Attualità e politica, Inchieste, Uncategorized | Tag:, |

In questi giorni ho ricevuto una mail da una cara amica, che mi riportava un messaggio che sta girando sulla rete che diceva più o meno così: il 25 giugno 2008 il Governo Berlusconi avrebbe votato  l’articolo 23bis del decreto legge 112 secondo il quale si dovrebbe avviare una privatizzazione delle risorse idriche. Come ho scoperto cercando in rete maggiori dettagli, il decreto, con alcune modifiche, è stato convertito con la legge 133 del 6 agosto 2008 (per maggiori informazioni andate a vedervi il testo integrale qui per capire meglio iter e modifiche apportate al testo originale).

Per quelli di voi che non hanno tanto tempo, riassumo il senso della nuova legge come da articolo 23-bis: viene disciplinato “l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica …. a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica”. …”le concessioni relative al servizio idrico integrato rilasciate con procedure diverse dall’evidenza pubblica cessano comunque entro e non oltre la data del 31 dicembre 2010, senza necessità di apposita deliberazione dell’ente affidante”.

Il testo della legge non è molto scorrevole, ma il senso mi sembra molto evidente: altro che acqua del sindaco, tra poco anche la mitica acqua “san rubinetto” avrà un nome e cognome! Nel testo si parla di regolamenti specifici che il governo dovrebbe emanare a proposito della gestione dei diversi servizi (rifiuti, acqua, trasporti, elettricità e gas) ma io non li ho ancora trovati, magari qualcuno di voi può darmi una mano.

La domanda nasce spontanea: perchè dovrebbe essere un male che le risorse idriche siano gestiste dal settore privato? Storicamente il fatto che alcuni servizi siano forniti dal settore pubblico risponde alla natura necessaria dei servizi stessi: ad esempio l’acqua (di cui siamo fatti per circa il 70 percent0) ci serve per bere, lavarci, cucinare, pulire ecc! Il servizio pubblico può fornire i servizi sulla base di un sistema a tariffe che non rispecchiano i costi di produzione (nel caso dell’acqua gestione della rete, depurazione, manutenzioni varie di impianti, personale ecc), mentre un privato deve come minimo remunerare i suoi costi di produzione, oltre che cercare di ottenere un profitto dall’attività che svolge.

Una legge che rischia di cambiare radicalmente l’uso che facciamo dell’acqua come può essere accolta dal paese che ha uno dei maggior consumi procapite di acqua minerale in bottiglia? Per farvi un’idea dei volumi di mercato fatevi un giretto qui o qui. Eppure, come mi informano i periodici giornaletti della società a capitale interamente pubblico che gestisce i servizi ambientali nel mio comune, l’acqua del rubinetto è continuamente controllata, a differenza dell’acqua in bottiglia aggiungo io (provate a guardare su una bottiglia la data dei test di purezza ecc… resterete sorpresi! senza contare che l’acqua viaggia attraverso l’Italia in bottiglie di pastica in furgoni non refrigerati, magari sta al sole per ore, o nel negozio per un sacco di tempo…)

Qualcuno potrebbe dire che proprio perchè l’acqua è fornita a tariffa e non al costo di produzione se ne fa un uso eccessivo, con sprechi evitabili che ne renderebbero l’uso più sostenibile. Allora perchè non obbligare all’installazione dei frangiflusso su tutti i lavandini, incentivare l’acquisto di lavastoviglie, investire in nuove reti e nella manutenzione di quelle esistenti, che a detti di molti sono la finte principale dei veri sprechi di acqua (fatevi un giretto in google con le parole sprechi+acquedotto…)

Abbiamo bisogno del mercato per imparare a gestire meglio una delle nostre risorse più preziose?

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Notizie vecchie (1): San Valentino

Posted on febbraio 14, 2009. Filed under: Cultura, Inchieste | Tag: |

Cari amici di ricostituente, come spero sappiate oggi è San Valentino, la festa degli innamorati!

Se molti di voi storceranno il naso pensando ad un intero articolo dedicato ad una delle feste più commerciali della storia, preparatevi a qualche piccola sorpresa, perchè oggi ho deciso di evitare i suggerimenti su come festeggiarla per dedicarmi ad una questione certamente meno banale: chi era San Valentino? Perchè festeggiamo gli innamorati il 14 febbraio?

Questa notizia inaugura la mia nuovissima rubrica, Notizie vecchie, in cui da oggi in poi mi premurerò di aggiornarvi su notizie importanti del passato più o meno recente, collegate a fatti odierni o semplicemente disperse nella rete della cronaca moderna e della vita frenetica.

Vissuto tra il secondo e  terzo secolo dopo Cristo, Valentino fu un vescovo e martire cristiano, morto decapitato per mano di Flurius Placidus, un soldato romano, per ordine dell’Imperatore Aureliano a causa della crescente popolarità del suo tentativo di convertire il popolo al Cristianesimo. Le sue spoglie sono custodite a Terni, che lo considera il suo principale patrono, anche se San Valentino è attualmente patrono di molte città italiane, tra cui le vicine (a chi scrive) Dolo e Musile di Piave.

Ma come ha fatto un martire cristiano finito come molti in modo truculento a diventare il santo degli innamorati?

Circa due secoli dopo la sua morte, nel 496 d.C., Papa Gelasio decise di sostituire la festività pagana della fertilità, i cosiddetti lupercalia dedicati al dio Luperco, con una festa collegata alla fede cristiana, seguendo la tradizione di convertire le feste pagane in feste coerenti con la nuova religione, invece che eliminarle. Il Papa scelse il messaggio di amore diffuso dal santo Valentino quando ancora in vita, e visto che nel martirologo romano Valentino è ricordato il 14 febbraio, questo giorno è da allora diventato la festa degli innamorati.

San Valentino nella storia non è ricordato solo per la giornata dei fiori e dei cioccolatini, ma anche per un altro famoso truculento episodio (ironicamente in linea con la triste fine del santo) avvenuto negli Stati Uniti nel lontano 1929, il cosiddetto massacro di San Valentino. Il 14 febbraio del 1929 Fred Bruke, autista e luogotenente di Al Capone, entrò con una squadra di scagnozzi vestiti da poliziotti in un garage al 2122 North Clark Street, covo della banda capeggiata dal rivale di Capone, George “Bugs” Moran, per poi uccidere brutalmente tutti i presenti.

A questo episodio è dedicata un’opera cinematografica per la regia di Roger Corman del 1967.

Per chiudere la prima puntata di Storie vecchie vorrei suggerirvi alcuni vecchi film “alternativi” che parlano d’amore:

Irina Palm, una storia d’amore  e di quello che si può fare per amore, per la propria famiglia, per se stessi e per una persona speciale. Fa sorridere, commuove e riconcilia, seppur solo cinematograficamente, con alcune bruttezze della vita e della società umane.

Italiano per principianti, un film delizioso sull’amore, la vita e la semplicità (con un bel viaggio a Venezia)

Pane e tulipani, parabola femminile di una donna che scopre se stessa e il suo diritto al vero amore (ambientato sempre a Venezia)

Buon San Valentino a tutti!

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